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Marco Pantani sarebbe morto comunque perché così doveva andare, perché qualcuno dall’alto lo aveva deciso. Lo sostiene Luca Steffenoni in Il caso Pantani. Il più grande ciclista italiano di tutti i tempi, una figura epica e mitica dello sport, si è spenta infatti in modo strano, sempre velato dal mistero e dalle ipotesi mai confermate. Il libro di Steffenoni vuole fare chiarezza e soprattutto non crede alla tesi del suicidio. Il celebre criminologo ricostruisce così gli ultimi giorni pieni di tensione del corridore romagnolo, tutte le inchieste sulla morte, le clamorose rivelazioni di Vallanzasca, il ruolo della camorra e delle scommesse clandestine e la verità indicibile dietro un suicidio troppo imperfetto per essere vero. Chi ha voluto ci ha creduto, perché era più comodo, ma Steffenoni dice no a questa verità velata. In un giro di scommesse clandestine la criminalità organizzata aveva puntato cifre folli sulla sconfitta del Pirata e anche la squalifica che lo riguardò fa pensare ad una grande truffa ai danni di Pantani. Il caso quindi non può essere chiuso e l’autore chiede l’intervento della Commissione parlamentare antimafia, che è l’unica che potrebbe stabilire una verità che rischia di far saltare troppi poteri forti. Il caso Pantani è un interessante libro investigativo che colpisce allo stomaco e che fa rivivere la grandezza del Pirata e tutte le trame sconosciute che girano intorno al mondo dello sport.